Alla novantesima Assemblea Generale di INTERPOL a New Delhi è stato introdotto il nuovo “ufficio nel metaverso” dell’organizzazione, dove gli utenti registrati possono visitare virtualmente una fedele riproduzione del Segretariato Generale di INTERPOL a Lione (Francia), interagire con altri ufficiali, partecipare a corsi di formazione immersivi in investigazioni forensi e altre attività. Che INTERPOL si stesse attrezzando per tenere il passo con i tempi ed iniziare a far pesare di più la sua presenza online, anche tramite lo strumento del metaverso, non è una novità, ma cosa comporta questo enorme passo avanti, a livello sia organizzativo che procedurale?
Come funziona INTERPOL?
INTERPOL, abbreviativo di International Criminal Police Organization, è un’organizzazione intergovernativa che opera su 196 Paesi, con il compito di fornire una piattaforma per lo scambio di informazioni e la collaborazione transfrontaliera nelle indagini criminali. Non è una vera e propria forza di polizia, non ha poteri diretti, ma agisce come un coordinatore globale che facilita la collaborazione tra le agenzie di polizia nazionali.
I suoi 19 database contengono milioni di documenti con informazioni, tra le altre, su persone, armi e proprietà rubate, per rendere più facile la condivisione di dati tra i vari Paesi. Inoltre, INTERPOL fornisce un sistema di avvisi che consente ai Paesi di condividere allerte e richieste di informazioni a livello globale. L’organizzazione promuove anche programmi di formazione e sviluppo delle capacità per migliorare le competenze delle forze di polizia nei vari Stati membri. I diversi Paesi in cui INTERPOL opera comunicano tramite il network I-24/7, che garantisce una linea sicura e l’aggiornamento dei database in tempo reale. L’organizzazione dispone di Incident Response Teams (IRT), con funzione di intervento rapido su richiesta degli Stati membri in casi di disastro naturale, crimini su larga scala o quando è necessaria l’identificazione delle vittime, per procurare supporto tecnico o investigativo.
INTERPOL nel cyber spazio
Data la sua natura internazionale, fin dalla nascita del cyber spazio l’INTERPOL si è dimostrata interessata a studiarlo. Nel momento in cui la presenza online delle persone si è fatta più consistente e, con essa, sono nati i crimini online, per natura delocalizzati, l’INTERPOL ha sviluppato la sua competenza nello sventarli. Ad oggi l’organizzazione è impegnata nel coordinamento di diverse operazioni ed investigazioni, collaborando con gli Stati membri, i CERT nazionali e anche i privati. Inoltre, mette a disposizione degli utenti uno spazio di workspace per condividere informazioni e una piattaforma collaborativa per le operazioni ad uso della polizia.
Vista la sua funzione di sostegno, INTERPOL porta il suo maggior contributo nello studio dell’innovazione digitale e nel sostegno agli Stati membri che vogliono creare una strategia propria in materia di cybersicurezza, cercando così di sviluppare legislazioni coordinate. Per fare ciò, utilizza di frequente lo strumento del dialogo, cercando di mantenere costante scambio e condivisione tra i vari enti che coordina.
Molto importante per l’impegno di INTERPOL nel cyber spazio è la costante ricerca di innovazione; il suo Innovation Centre esplora nuove tecnologie e cerca di individuare future minacce informatiche, e i suoi programmi di studio e divulgazione coinvolgono temi come il futuro del crimine, le scienze forensi nel digitale, il rapporto tra le nuove tecnologie e il lavoro della polizia. In particolare, uno tra gli ultimi programmi introdotti è concentrato sullo studio delle intelligenze artificiali e sullo sviluppo di una legislazione internazionale per il loro utilizzo sicuro; uno dei risultati di questo impegno è il Toolkit per l’Innovazione Responsabile dell’IA nelle Forze dell’Ordine (AI Toolkit), pubblicato nel giugno 2023, che aiuterà le agenzie di polizia a affrontare le sfide più urgenti legate all’uso dell’intelligenza artificiale.
INTERPOL nel metaverso: il nuovo spazio e le nuove possibilità
Il nuovo spazio nel metaverso dell’INTERPOL è stato presentato all’Assemblea Generale di New Delhi del 2022 ed è una riproduzione del quartier generale dell’organizzazione, a Lione. In questo spazio virtuale i dipendenti autorizzati possono incontrarsi, interagire tra di loro, muoversi negli spazi e partecipare a lezioni virtuali in maniera immersiva. Soprattutto, la piattaforma è un modo per non rimanere indietro: secondo i ricercatori di Gartner, entro il 2026 il 25% della popolazione mondiale trascorrerà nel metaverso almeno un’ora al giorno per studiare, lavorare o svolgere altre attività, e i crimini seguiranno a uguale ritmo. Emblematici sono i casi, riportati ad esempio dal report Metaverse: another cesspool of toxic content, dell’associazione Sum Of Us e dalla BBC, di molestie sessuali commesse nei confronti di avatar femminili su diverse piattaforme del metaverso.
Per rimanere al passo con i crimini di questo nuovo mondo virtuale, INTERPOL è impegnata, insieme al World Economic Forum e a vari stakeholders pubblici e privati – tra cui Meta e Microsoft –, nella costruzione condivisa di una governance per il metaverso. “Identificando questi rischi fin dall’inizio, possiamo collaborare con gli stakeholder per plasmare i necessari quadri di governance e interrompere la formazione di mercati criminali futuri prima che si sviluppino completamente”, ha dichiarato Madan Oberoi, Direttore Esecutivo di Tecnologia e Innovazione di INTERPOL. “Solo avendo queste conversazioni ora possiamo costruire una risposta efficace”. Il nuovo spazio, oltre a fornire la possibilità di scambiare informazioni ed incontrare e formare meglio il personale, dovrebbe quindi fungere, coerentemente con il suo aspetto, da quartier generale di INTERPOL per imparare a muoversi all’interno di questo nuovo universo digitale, destinato a diventare sempre più presente nelle vite di tutti, e a rispondere alle sue esigenze e alle sue dinamiche, purtroppo anche criminali.
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