Cloud e PA: possibilità e sicurezza per la pubblica amministrazione

La burocrazia in Italia è sempre stata piuttosto macchinosa, e la trasformazione digitale della pubblica amministrazione mira proprio a rendere più efficienti e veloci i servizi. Uno dei sistemi che rientrano in questo progetto è l’adozione del cloud
Il cloud è un’infrastruttura tecnologica che permette di contenere vari server tramite Internet. Questo strumento riduce i costi, perché elimina la necessità di acquistare nuovi hardware, dato che lo spazio di storage del cloud è incredibilmente superiore ad un qualsiasi hardware, e comporta molti altri vantaggi. Ad esempio, consente l’accesso da remoto ai dipendenti, che possono accedere ai dati in qualsiasi luogo e con qualsiasi dispositivo, e ai cittadini stessi, che possono usufruire in modo sicuro e rapido alle applicazioni delle pubbliche amministrazioni.  

L’adozione del cloud rappresenta una svolta nelle operazioni degli enti amministrativi e questo migliora anche l’erogazione dei servizi ai cittadini. Il Dipartimento per la trasformazione digitale, insieme all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN), da oltre due anni ha adottato la cosiddetta Strategia Cloud Italia: è stato un processo graduale, atto a garantire il massimo della sicurezza e favorire la migrazione in base ai requisiti minimi per le infrastrutture digitali. Il Regolamento Cloud per la PA dell’ACN ha definito le modalità e le caratteristiche da rispettare per le pubbliche amministrazioni che si avvalgono dei servizi cloud; inoltre, sia per i fornitori privati che pubblici, l’ACN prevede un monitoraggio per valutare il progresso dei requisiti. 

Sicurezza della pubblica amministrazione 

Il cloud, seppur presenti numerosi vantaggi per l’efficienza della pubblica amministrazione, non è esente da rischi, come quello relativo ad un’eventuale interruzione del provider che compromette l’operatività dell’ente. Questi inconvenienti però possono essere risolti con funzioni di backup e disaster recovery. Il rischio maggiore è, invece, legato alla protezione dei dati e alla loro gestione. Come per ogni software, il cloud è suscettibile di hackeraggio e phishing che possono compromettere i dati dei cittadini, così come un malfunzionamento potrebbe causare gravi perdite. 

Il cloud, seppur presenti numerosi vantaggi per l’efficienza della pubblica amministrazione, non è esente da rischi, come quello relativo ad un’eventuale interruzione del provider che compromette l’operatività dell’ente. Questi inconvenienti però possono essere risolti con funzioni di backup e disaster recovery. Il rischio maggiore è, invece, legato alla protezione dei dati e alla loro gestione. Come per ogni software, il cloud è suscettibile di hackeraggio e phishing che possono compromettere i dati dei cittadini, così come un malfunzionamento potrebbe causare gravi perdite. 

La sicurezza è un aspetto cruciale nella pubblica amministrazione, perché quest’ultima gestisce una vasta quantità di dati personali dei propri cittadini, e per questo bisogna valutarne attentamente i pericoli. L’ente è soggetto a una serie di normative, in primis fra tutte il GDPR, che si applica a tutte le organizzazioni pubbliche e private. Nella PA, il trattamento dei dati personali può avvenire in base alla legittimità, come attraverso il consenso della persona. Le pubbliche amministrazioni inoltre sono tenute a raccogliere solamente i dati strettamente necessari e conservarli per un limite di tempo. Tale trattamento deve essere sicuro e trasparente nei confronti degli interessati. Ciò comporta che il personale delle amministrazioni debba essere formato e sensibilizzato sull’importanza della gestione dei dati, anche perché vi sono significative sanzioni per la violazione delle normative relative alla loro protezione.  
Per mitigare i rischi legati all’adozione del cloud nella PA, è essenziale scegliere un provider affidabile e certificato che garantisca la privacy e la sicurezza. Per questo motivo, gli enti tendono ad adottare un cloud in Europa perché certi che segua i dettami del GDPR.  

Sul punto della sicurezza, spesso i cloud vengono considerati più sicuri per quanto riguarda la protezione dei dati. I provider, infatti, investono ingenti risorse nella sicurezza dei dati per fornire un livello di protezione maggiore di quello che potrebbe offrire la protezione di un singolo software. Oggi, le infrastrutture garantiscono un alto livello di protezione: è anche questo il motivo per cui molti enti stanno migrando verso questo strumento. Gli standard elevati richiesti servono proprio per assicurare la compliance sulla materia.  
La digitalizzazione delle PA ha una funzione innovatrice, che punta a rendere più efficienti e semplici le interazioni tra amministrazioni e i cittadini. Il cloud, infatti, facilita anche la collaborazione tra le diverse amministrazioni: grazie alle condivisioni di dati e informazioni, le amministrazioni possono essere più celeri nell’adempimento delle pratiche e questa flessibilità si evince anche nello scambio tra PA e imprese private.  

Proiezioni future 

Il nuovo Regolamento unico è stato adottato per tutte le infrastrutture e i servizi cloud nell’estate 2024, e questo aggiornamento ha portato oltre 4000 enti pubblici a migrare verso il Polo Strategico Nazionale (PSN), l’infrastruttura cloud che offre svariati servizi per migliorare l’interazione e la comunicazione tra cittadino e pubblica amministrazione. Un evento che segna un effettivo progresso della pubblica amministrazione del nostro paese. Gli obiettivi per i prossimi anni – 12mila enti pubblici migrati nel cloud entro metà 2026 – sono piuttosto ambiziosi, ma non impossibili, dati i risultati raggiunti finora. Si sono dimostrati evidenti anche i benefici del passaggio al cloud per molti enti della pubblica amministrazione, come i miglioramenti nell’operatività e nella puntualità delle comunicazioni, oltre alla facilità nel reperire le documentazioni. L’efficienza si mostra anche nel potenziamento dei servizi che offre il cloud, come è accaduto per le ASL e le aziende ospedaliere, in cui ha facilitato il monitoraggio e la tracciabilità dei pazienti. 

Sebbene l’adozione del cloud da parte di migliaia di enti della pubblica amministrazione, anche grazie ai finanziamenti del PNRR, porti l’Italia in una posizione di avanguardia dal punto di vista della digitalizzazione, la realtà nasconde anche dei lati non così rosei. Per realizzare a pieno la digitalizzazione e rendere più efficienti i servizi delle amministrazioni pubbliche è necessario un percorso ancora molto lungo e una rivoluzione degli enti, non solo dal punto di vista degli strumenti tecnologici. 
I servizi della pubblica amministrazione non devono essere soltanto digitalizzati, ma anche più efficienti e più inclusivi. In quest’ottica, la strategia include non solo un potenziamento dei cloud esistenti e una migrazione massiccia di molti altri enti, ma anche una corretta ed adeguata formazione del personale, coniugata con il feedback dei cittadini. Semplificare l’accesso ai servizi significa, appunto, includere anche il fruitore in questo processo di trasformazione. La persona, che sia il funzionario o il cittadino, deve essere al primo posto per l’utilizzo e per l’adozione di strumenti e tecnologie innovative.  

Dagli studi legali tradizionali al comparto assicurativo, sono molti gli ambiti a beneficiare della trasformazione digitale. Attraverso l’analisi di casi studio, il corso illustra come le nuove tecnologie possono inserirsi all’interno delle organizzazioni per migliorarne l’efficienza e analizza i cambiamenti introdotti dal legal tech, con un focus sullo stato dell’arte dell’innovazione nel nostro paese.

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