Legal design e legal tech: alleati del legal marketing

Il legal design è un approccio nuovo al diritto che si sta sviluppando negli ultimi tempi. Fa i primi passi alla Stanford University, per poi prendere piede anche in Europa, prima in Finlandia e poi in Germania. Da qualche anno, l’attenzione per questa disciplina sta crescendo anche in Italia.

Sebbene ancora non si riesca ad attribuire una definizione univoca al legal design, è opinione condivisa che potrà portare una rivoluzione nel mondo legal. In linea di massima, si tratta di un ambito multidisciplinare volto a migliorare la comunicazione e il rapporto tra giuristi e non addetti. I principi cardine sono la chiarezza e la fruibilità, e le figure che vi operano potrebbero sembrare distanti tra loro, come comunicatori e programmatori, o giuristi e designer, ma tutto concorre ad un’unica missione.

L’obiettivo del legal design è quello di andare a ridurre, fino ad eliminare, la tradizionale distanza che separa la legge dai suoi fruitori. Una distanza che si evince negli studi legali tra avvocati e clienti, nei tribunali tra magistrati e imputati, nelle sedi governative tra legislatori e cittadini, perfino negli uffici amministrativi dove persone di tutte le età e tutte le estrazioni sociali faticano a comunicare e ad avere risposte dagli addetti. L’accessibilità è dunque il faro che guida il legal design e il fulcro intorno al quale questa disciplina si muove per rendere la legge, in tutte le sue forme, aperta a tutti.

Legal design come approccio multidisciplinare

Rimuovere l’ostacolo che si interpone tra chi fa la legge e chi ne usufruisce non è facile, sebbene vi sia la crescente necessità che la comunicazione legale diventi più chiara e accessibile. A questo proposito sono stati incrementati gli studi riguardanti il legal design e sono nati dei laboratori dedicati. Le metodologie che questa materia sfrutta attingono in modo interdisciplinare dalla comunicazione, dalla linguistica nell’adozione di un plain language, una lingua più chiara e semplice spogliata della struttura sintattica macchinosa e propria dell’ambito del diritto, e dal design, per creare un nuovo aspetto della legge, sia nella forma che nella visualità, con l’ausilio di elementi grafici.

Inoltre, il legal design si intreccia con lo sviluppo delle nuove tecnologie di intelligenza artificiale. Per l’IA e l’automazione è fondamentale la fase di training. Se lo strumento viene addestrato con dati di qualità, produrrà risultati buoni. Se, invece, gli input dati allo strumento sono scarsi o troppo complessi, l’IA produrrà output inadeguati. Riscrivendo, anzi, ridisegnando, i documenti e i testi legali secondo i principi di semplificazione, chiarezza e comprensibilità, questi saranno più leggibili dalla macchina e agevoleranno il processo di automazione. Se il layout, il testo e la grafica sono intuitivi per il computer, così come per l’utente, anche gli strumenti di generativa saranno più efficienti.

Il fine del design dell’informazione è quello di agevolare la comunicazione e la tecnologia aiuta a massimizzare questo scopo. Una visual law più intuitiva e trasparente necessita di un lungo lavoro di limatura, che parte dal linguaggio e modifica l’aspetto del testo, anche visivamente, richiedendo tempo, impegno e varie competenze connesse per un unico scopo.

Il fine del design dell’informazione è quello di agevolare la comunicazione e la tecnologia aiuta a massimizzare questo scopo. Una visual law più intuitiva e trasparente necessita di un lungo lavoro di limatura, che parte dal linguaggio e modifica l’aspetto del testo, anche visivamente, richiedendo tempo, impegno e varie competenze connesse per un unico scopo.

L’importanza del legal marketing

Oltre ai vantaggi legati all’ accessibilità e alla comprensione della legge da parte del cittadino, questo approccio può portare benefici alle law firm se applicato alla comunicazione e al marketing legale. Essere comunicativi e attraenti agli occhi dei clienti-consumatori è un elemento che fa la differenza e aiuta a posizionarsi rispetto alla concorrenza. Per questo, con la nascita e la crescita del marketing legale, avvocati e studi legali hanno compreso le possibilità a cui può portare il legal design.

Tra gli strumenti del marketing legale vi è la comunicazione esterna, che coinvolge sito web, social network ed e-mail marketing. Ciò implica la creazione di contenuti diretti, brevi e concisi, fruibili da tutti su tutti i canali. Per dare risposte puntuali e semplici alle domande delle persone, e a sussidio di concetti più complessi, intervengono gli schemi e le info grafiche, proprie del legal design, che attirano l’attenzione del lettore. Adottare questo tipo di comunicazione rafforza il brand e la fiducia in esso. Per farlo, è ovvio che è necessario “imparare a parlare alla gente”, per consentire la comprensione del diritto e dei concetti giuridici anche ai profani del settore. Le strategie di legal design, quindi, favoriscono l’attenzione sui lead, ma anche sui clienti che godranno di una comunicazione agevolata evitando richieste di chiarimenti che allungano i tempi e i processi. Ne deriva anche un risparmio di tempo per gli avvocati.

Nel marketing, la brand reputation è fondamentale per il successo di un’azienda. Se il cliente comprende un contratto, i propri diritti e le proprie adempienze, è meno scettico e più incline ad affidarsi al proprio legale. Si instaura, così, una relazione di fiducia e trasparenza tra cliente e avvocato. Non è da sottovalutare anche quella che nel marketing viene chiamata customer experience. Quando è informato e coinvolto, e quindi parte attiva del processo, il cliente è soddisfatto. In qualsiasi settore, il consumatore soddisfatto del servizio ricevuto contribuisce alla fidelizzazione.

Tutte queste strategie spostano l’attenzione sul cliente (“human-centered”)e cambiano la percezione dello studio legale, rendendolo innovativo e attento ai bisogni e alle esigenze dei suoi clienti. L’immagine del brand della law firm risulta rafforzata, attirando nuovi potenziali clienti che desiderano avere una partecipazione attiva nel processo legale. Una conseguenza diretta è l’aumento dei lead e del fatturato dello studio legale. Il legal design, inoltre, può aprire a nuove prospettive e nuovi canali (come blog dello studio, o contenuti video esplicativi), e diventare, in questo modo, il punto di partenza per ampliare gli orizzonti.

Tutte queste strategie spostano l’attenzione sul cliente (“human-centered”) e cambiano la percezione dello studio legale, rendendolo innovativo e attento ai bisogni e alle esigenze dei suoi clienti. L’immagine del brand della law firm risulta rafforzata, attirando nuovi potenziali clienti che desiderano avere una partecipazione attiva nel processo legale. Una conseguenza diretta è l’aumento dei lead e del fatturato dello studio legale. Il legal design, inoltre, può aprire a nuove prospettive e nuovi canali (come blog dello studio, o contenuti video esplicativi), e diventare, in questo modo, il punto di partenza per ampliare gli orizzonti.

Senza il legal design, la comunicazione e il marketing per gli studi legali non sarebbero efficaci. Tale sistema non è che un beneficio per gli studi perché vi è, finalmente, un’interazione tra le due parti. Un gioco di squadra che agisce in funzione di un doppio vantaggio: sia per il cliente che per lo studio. Fino ad oggi, l’avvocato non ha tenuto molto in conto se il cliente comprendesse quello che stava leggendo, era sufficiente la figura dell’avvocato come tramite tra il cliente e la legge. Oggi il cliente diventa parte del processo, perché è un suo diritto secondo il principio di trasparenza. Scrivere atti procedurali e rendere funzionali tutti i documenti informativi rende gli utenti più consapevoli, e questo è un valore aggiunto ai fini della democrazia.

Ambiti di applicazione del legal design

I campi di utilizzo del legal design non sono soltanto limitati al marketing legale. Uno di questi è la redazione dei diritti del consumatore, dei diritti sanitari, dei termini e delle condizioni, che spesso evitiamo di leggere, delle normative relative alla privacy. Facendo attenzione alla comprensione e al bisogno di informazione del cliente si evitano anche tante incombenze, sanzioni e procedure eludibili. La semplificazione di un testo di legge nell’ottica di renderlo maggiormente comprensibile e trasparente non ha solo un valore estetico o prettamente “etico”, bensì anche normativo, perché disciplinato dal GDPR. Secondo il General Data Protection Regulation (GDPR), il Regolamento UE 2016/679, le informazioni destinate al pubblico devono seguire il principio di trasparenza, ovvero essere accessibili, scritte con un linguaggio chiaro e di facile comprensione.

Anche nell’ambito della contrattualistica, il legal design cambia la prospettiva. Spesso i documenti legali sono accusati di essere scritti dai giuristi per i giuristi, mentre con questo metodo si pone al centro il consumatore finale e lo si rende protagonista delle proprie questioni legali. Si parla di design del testo di legge e non più di drafting, anche nei contratti che uniscono plain language, graphic design e strumenti informatici. Cambia così la visualizzazione del contratto, che rende più semplice la comprensione degli aspetti principali di qualsiasi testo legale. Risultano, così, testi più collaborativi e più comunicativi, comprensibili anche da un lettore non esperto.

Tra le varie definizioni che vengono date al legal design c’è quella di Margaret Hagan, che lo definisce come “l’applicazione al mondo del diritto del design human-centered, per rendere i sistemi e i servizi legali più fruibili e soddisfacenti.” Secondo gli esperti, infatti, il legal design avrebbe il potenziale per ridisegnare tutto ciò che ha a che fare con il mondo del diritto. Questa prospettiva è molto verosimile: ci basta osservare i vantaggi che la disciplina apporta laddove viene impiegata. In un mondo iperconnesso, dove vi è un crescente bisogno di informazioni celeri e immediate e pronte all’uso, dove gli utenti non si limitano più ad affidarsi al professionista in modo cieco, ma preferiscono piuttosto fidarsi in modo consapevole, il legal design è lo strumento per rivoluzionare i vecchi standard.

Il design thinking

La prima cosa da cambiare è l’approccio mentale, costruendo un mind set diverso rispetto a quello tradizionale a cui siamo ancorati. Questo cambiamento è tutt’altro che facile e ha bisogno di tempo, costanza e anche un po’ di coraggio da parte dei giuristi di affidarsi a figure professionali in grado di migliorare il loro lavoro attraverso nuove metodologie. L’incontro tra design thinking e user experience può potenziare i servizi legali.

Il design thinking consiste prima di tutto nell’empatizzare con i bisogni e le necessità degli utenti: solo interagendo con essi possiamo scoprire come intervenire, adottando soluzioni più consapevoli e più precise e riducendo i rischi. Inoltre, il design thinking promuove un atteggiamento proattivo, ovvero mirato a prevenire eventuali situazioni di incomprensione che necessitano di chiarimento, interpretazioni errate o altri ostacoli che rendono contorto e complesso ogni processo. Intervenire in anticipo, anziché andare a curare il danno, è fondamentale per creare un welfare legale in cui più persone possibili godono della giustizia. Giocare di prevenzione risulta in una riduzione del tempo di lavoro e in una maggiore efficacia.

In definitiva, con i presupposti che abbiamo visto e gli obiettivi su cui si basa, il legal design può mettere in atto cambiamenti tali da sconvolgere, in positivo, il mondo del diritto. Un progetto inclusivo e collaborativo che vede lavorare comunicatori, designer, informatici, in sincronia con il giurista per un unico fine: una legge accessibile.

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