Nell’ambito dell’informatica e delle innovazioni tecnologiche vige ancora una forte disparità tra uomo e donna. Il cosiddetto
Il divario parte, prima ancora che dal mondo del lavoro, dalle università. Da sempre, il numero di universitarie iscritte a facoltà e corsi di laurea di materie
Secondo il
Nella nostra società digitalizzata e tecnologica, sembra essere una questione anacronistica, eppure persistono in maniera molto forte pregiudizi sociali e psicologici che portano ad una differenza di genere. L’Italia, in particolar modo, è un fanalino di coda anche rispetto alla media europea: solo il 16% delle donne è impiegata nel settore ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). Non solo le donne, però: i dati mostrano che anche complessivamente i laureati in materie tecnologiche in Europa sono solo il 13% e in Italia il 6,7%.
Nella nostra società digitalizzata e tecnologica, sembra essere una questione anacronistica, eppure persistono in maniera molto forte pregiudizi sociali e psicologici che portano ad una differenza di genere. L’Italia, in particolar modo, è un fanalino di coda anche rispetto alla media europea: solo il 16% delle donne è impiegata nel settore
Ma cosa si può fare per incentivare le donne ad intraprendere una disciplina
A livello lavorativo, invece, le aziende devono promuovere politiche che facilitino la conciliazione tra vita lavorativa e familiare, per ridurre gli ostacoli che le donne affrontano nel raggiungere posizioni di leadership. Anche se negli ultimi anni, nell’ultimo decennio in particolare, sono stati fatti passi avanti, il divario è ancora terribilmente presente e i dati mostrano che se da oggi le ragazze scegliessero tutte di studiare una materia
Oltre ad essere una questione di equità e parità di genere, eliminare le discriminazioni in questo settore è importante perché funzionale. Gli algoritmi dell’intelligenza artificiale, ad esempio, vengono addestrati su una grande quantità di dati forniti alla macchina da esseri umani. Se questi dati contengono pregiudizi di genere, cosa che è stata dimostrata in modo evidente, l’algoritmo li replicherà, accentuando la disparità. In un futuro in cui i processi saranno più automatizzati e gli strumenti tecnologici verranno impiegati in modo più massiccio, le decisioni che prenderanno saranno inevitabilmente basate su algoritmi discriminatori e quindi commetteranno discriminazioni a loro volta. Ad esempio, gli algoritmi usati per il reclutamento lavorativo, in base ai dati su cui sono istruiti, potrebbero privilegiare i candidati uomini in luogo delle donne. Gli algoritmi e le innovazioni tecnologiche hanno il potere di diffondere gli stereotipi ed è necessario frenare questo processo degenerativo.
Anche l’algoritmo per il passaporto biometrico è addestrato su un dataset composto soprattutto da volti maschili, e ciò potrebbe inficiare il riconoscimento e l’efficienza della macchina. Il
La discriminazione delle donne nella tecnologia diventa la discriminazione delle donne da parte della tecnologia. È quello che succede con le intelligenze artificiali generative. La questione è stata sollevata da avvocate e professioniste, che hanno sottoscritto una lettera aperta delle avvocate Anna Cataleta e Sabire Sanem Yilmaz, indirizzata alle istituzioni europee, in cui sono paventati i rischi derivanti dai
Gli stereotipi sono da abbattere nello sviluppo di nuove tecnologie così come nella loro rappresentazione. Le aziende che creano e sviluppano strumenti innovativi sono guidate quasi sempre da uomini. Le donne sono sottorappresentate, sono di un numero inferiore e non ricoprono quasi mai ruoli di leadership, oppure sono presenti nei CdA in numero inferiore rispetto agli uomini. Ad acuire questa problematica è anche il gender pay gap, perché non solo le donne impiegate nel settore cybersicurezza e ICT sono in un numero molto inferiore, ma percepiscono anche un salario inferiore del 15% rispetto a quanto guadagnano gli uomini.
Gli stereotipi sono da abbattere nello sviluppo di nuove tecnologie così come nella loro rappresentazione. Le aziende che creano e sviluppano strumenti innovativi sono guidate quasi sempre da uomini. Le donne sono sottorappresentate, sono di un numero inferiore e non ricoprono quasi mai ruoli di leadership, oppure sono presenti nei
Bisogna lavorare sulla cultura, estirpare dalla società i preconcetti che dipingono le tecnologie come “cose da maschi” e non “adatte alle donne”. Tutto ciò crea un circolo vizioso che frena le donne dall’inserirsi in questo mondo e intraprendere strade nel settore informatico. Non è detto, inoltre, che le donne laureate in discipline scientifiche trovino poi lavoro in un settore tecnico. Come se non bastasse, le
Si crea quindi un meccanismo che vede le donne sempre più lontane e passive e meno partecipi dello sviluppo tecnologico. Il rischio che la discriminazione porta con sé è anche l’aumento di violenze online nei confronti delle donne, già in numero maggiore rispetto agli uomini in quanto vittime di cyber stalking e altri cyber crimini. La percezione che le tecnologie siano discriminatorie incentiva la narrazione che la tecnologia sia appannaggio degli uomini soltanto.
La discriminazione di genere nelle nuove tecnologie contribuisce a mantenere e rafforzare le disuguaglianze esistenti tra uomini e donne. La nuova rivoluzione tecnologica può fare davvero la differenza nella nostra società se le si dà la giusta rotta, partendo ad esempio dal garantire una qualità migliore dei dati utilizzati per gli addestramenti degli algoritmi affinché siano più inclusivi e, per quanto possibile, privi di pregiudizi. È necessario sviluppare una regolamentazione che tuteli i diritti delle persone e prevenga la discriminazione algoritmica. Le donne rischiano di rimanere indietro in settori come la programmazione e la progettazione dei software, in cui si privilegiano sempre gli uomini.
A lungo andare si rischia di tornare indietro sulla parità di genere nel lavoro e appiattire la diversificazione della società, andando a creare strumenti ideati, progettati e omologati da uomini e su uomini. Il mercato del lavoro, inoltre, sarà sempre più tecnologico e dominato dalle innovazioni informatiche: se non si limita il predominio maschile su queste materie, si rischia che le donne non ricevano una sufficiente ed adeguata formazione, riducendo le loro possibilità di trovare occupazione in futuro. Ciò aggraverà in modo significativo il dramma dell’occupazione femminile e la loro marginalizzazione sociale.
Per assistere ad un cambio netto e radicale di questo declino sociale bisogna attuare politiche serie, che segnino una deviazione da questa tendenza in favore di una parità di genere e un’inclusività delle materie
Esistono, inoltre, molte associazioni che promuovono l’avvicinamento delle donne alle materie tecnologiche per abbattere gli stereotipi. Un esempio è l’organizzazione internazionale no-profit
Il divario di genere esiste nella nostra società, così avanzata e ipertecnologica, e prendere consapevolezza dei rischi che può apportare alla stessa tecnologia è il primo passo per mettere in piedi progetti concreti che mostrino come da un mondo più inclusivo ed equo possano derivare solo benefici e maggiori innovazioni. Colmare il
Riferimenti
Donne discriminate dall’IA, lettera aperta alle istituzioni europee – Cyber Security 360
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Il corso analizza l’impatto dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso nella professione forense, analizzandone gli sviluppi e illustrando i cambiamenti introdotti da queste tecnologie innovative nella teoria e nella pratica giuridica. Verranno individuate le opportunità offerte dal loro ingresso in campo, le implicazioni etiche e sociali legate al loro utilizzo, ma anche le insidie che possono nascondere.