Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella redazione di atti normativi

Il processo di redazione legislativa è stato oggetto di studio da parte di molti linguisti e giuristi. La scrittura delle leggi è un argomento a cui sono state dedicate pagine e pagine per la sua natura intricata, soprattutto in Italia. È risaputo che nel nostro paese vi sono fin troppe leggi, scritte non sempre nel migliore dei modi. I vari interventi di modifica, poi, non fanno altro che rendere ancora più complesso il nostro sistema normativo.
Negli anni, sono stati messi a punto vari interventi per rendere più chiara la nostra normativa, ma tutti i tentativi sono rimasti studi e buone intenzioni e, purtroppo, pratiche fallimentari. Oggi, gli accademici hanno uno strumento in più di cui potersi avvalere per il miglioramento del legal drafting, della redazione legislativa: la tecnologia. Gli studi sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella gestione e redazione della legislazione stanno portando a risultati piuttosto convincenti. 

L’intelligenza artificiale come supporto per il legislatore

Scrivere le leggi non è semplice perché la scelta di ogni terminologia porta con sé risvolti normativi: un errore o un’eccessiva vaghezza possono compromettere la certezza del diritto. Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa potrebbero dare una nuova spinta all’innovazione del legal drafting. Abbiamo visto come i software di intelligenza artificiale possono generare bozze di contratti e altri documenti legali, identificare casi in base alle informazioni date nel processo di addestramento e fornire soluzioni legali, ma una redazione di un testo di legge può essere molto più complessa. Quindi, in che modo può essere usata l’IA nella redazione degli atti legislativi?  

L’Unione Europea sta cercando di portarsi avanti nello sviluppo di strumenti che possano facilitare la redazione degli atti comunitari. La filosofia alla base è il concetto Law as Code, ovvero la necessità dei governi e di tutte le istituzioni di creare testi di legge che siano accessibili alla macchina (machine readable) in modo che questa li possa leggere e interpretare. Questo concetto punta ad integrare il diritto con tutte le innovazioni tecnologiche, comprese quelle relative all’intelligenza artificiale, per essere di sussidio al legislatore europeo. In ambito europeo, vi è una difficoltà maggiore a causa del multilinguismo e delle varie derivazioni di ordinamento dei paesi membri, ma si stanno studiando metodi per rendere il processo redazionale più armonizzato.  

Con questo obiettivo, la Commissione europea ha sviluppato un software di redazione normativa interna, chiamato LEOS (Legislation Editing Open Software). È un software open source collaborativo, ovvero permette a più legislatori di lavorare su un testo allo stesso momento, favorendo la collaborazione e il processo di co-editing. Questo strumento per i legislatori comunitari facilita il processo di drafting. Inoltre, anche la Commissione Europea ha adottato il formato Akoma Ntoso XLM per una maggiore efficienza nella ricerca delle fonti e dei concetti giuridici, che possono differire da lingua a lingua, avvalendosi anche dei vari thesauri e banche dati (come IATE). 

Il formato Akoma Ntoso, oggi standard internazionale adottato da varie istituzioni, tra cui Parlamento europeo e Senato della Repubblica italiana, è stato progettato dall’Università di Bologna. Si tratta di un sistema XLM che permette di leggere e modificare i testi di legge sia sotto l’aspetto sintattico che semantico. Questo sistema è stato sviluppato da BitNomos, una start-up dell’Alma Mater che fornisce strumenti di informatica giuridica in base ai concetti di legal design.  

L’intelligenza artificiale è dunque usata per migliorare la legislazione in tutto il suo processo, dalla fase di drafting a quella di analisi e di interpretazione. Con questo strumento si mira a limitare l’errore umano per avere più precisione e chiarezza nel risultato. Se fino ad oggi si era cercato un modo per integrare una scrittura corretta delle leggi tramite il confronto tra linguisti e giuristi, ora un terzo elemento potrebbe permettere un intervento esterno durante il processo redazionale. La tecnologia potrebbe offrire un valido supporto per migliorare il sistema regolatorio e creare testi più efficaci e coerenti.  

L’intelligenza artificiale è dunque usata per migliorare la legislazione in tutto il suo processo, dalla fase di drafting a quella di analisi e di interpretazione. Con questo strumento si mira a limitare l’errore umano per avere più precisione e chiarezza nel risultato. Se fino ad oggi si era cercato un modo per integrare una scrittura corretta delle leggi tramite il confronto tra linguisti e giuristi, ora un terzo elemento potrebbe permettere un intervento esterno durante il processo redazionale. La tecnologia potrebbe offrire un valido supporto per migliorare il sistema regolatorio e creare testi più efficaci e coerenti.  

Le tecniche di modellazione di documenti legislativi tramite l’uso di software informatici hanno l’obiettivo di evitare errori sia di senso che di significato, creando strutture sintattiche meno fuorvianti e complesse. Utilizzando una semantica più chiara e meno ambigua si avranno nel complesso leggi più precise
Il supporto dell’intelligenza artificiale al legal drafting consiste nel suggerire al legislatore le scelte linguistiche più appropriate in base al contesto e all’ambito della legge, utilizzando definizioni standard. Per rendere ancora più completo e chiaro il testo di legge, inoltre, questo strumento rileva il riferimento normativo ed esplicita in nota di cosa si tratta. Anche nei riferimenti il software rileva eventuali errori suggerendo il riferimento appropriato, tenendo sempre conto del contesto. Il tutto è atto ad evitare interpretazioni giuridiche errate. Non da ultimo, questo sistema corregge anche un linguaggio scorretto come il linguaggio discriminatorio e lunfair language

L’intelligenza artificiale, probabilmente, potrebbe portare finalmente alla realizzazione di una redazione legislativa basata sui principi del plain language e del legal design. Non sono stati pochi i tentativi di migliorare le tecniche di redazione legislativa: alcuni hanno avuto successo, come in Alto-Adige l’istituzione di dipartimenti appositi per la redazione bilingue, o in Germania con il Redaktionsstab im Bundestag della Gesellschaft für deutsche Sprache (l’omologo dell’Accademia della Crusca italiano) che a Berlino collabora con i legislatori e i gruppi parlamentari per la redazione degli atti. Una soluzione pratica, comune a tutti e che apporta vari benefici come la precisione, la correttezza e il risparmio di tempo.  

L’informatica giuridica sta facendo molti progressi negli ultimi anni grazie agli sviluppi in ambito tecnologico. Numerosi studi e test sono ancora in corso, ma non è una remota possibilità che nel breve futuro siano adottati strumenti da parte di tutte le istituzioni al fine di migliorare la redazione normativa. L’obiettivo comune a cui puntano tutti gli sforzi è quello di realizzare un sussidio per i legislatori, che li aiuti ad evitare errori nel reperimento di fonti, vaghezze semantiche, ambiguità sintattiche e tutte quelle problematiche che oggi riscontriamo nel nostro, e non solo, sistema normativo. 

L’esplosione dell’entusiasmo per queste nuove tecnologie non deve far pensare però ad un futuro distopico, dove le leggi verranno scritte in autonomia dai computer senza alcuna supervisione. È sempre opportuno comprendere in che modo la tecnologia può esserci utile e di supporto, soprattutto in un processo delicato come la scrittura delle leggi, poiché ha una potente forza illocutoria, ovvero produce effetti concreti nella società. La redazione normativa è un sistema molto complesso e pieno di insidie, spesso oggetto di critiche, di studi e di tentativi volti ad un miglioramento fatto di una semantica meno ambigua, una scrittura più chiara e riferimenti più trasparenti. Si spera che questi primi passi di implementazione delle tecnologie applicate al legal drafting possano trasformarsi in un effettivo cambiamento positivo. 

Il corso analizza l’impatto dell’Intelligenza Artificiale e del Metaverso nella professione forense, analizzandone gli sviluppi e illustrando i cambiamenti introdotti da queste tecnologie innovative nella teoria e nella pratica giuridica. Verranno individuate le opportunità offerte dal loro ingresso in campo, le implicazioni etiche e sociali legate al loro utilizzo, ma anche le insidie che possono nascondere.

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