La grande mole di leggi e atti che sovrasta il nostro ordinamento giuridico ci ha imposto di trovare soluzioni affinché tutti i documenti siano fruibili. Raccogliere l’intera dottrina giuridica e gli atti normativi e giurisprudenziali prodotti nel tempo per avere la possibilità di consultarli non è stato semplice, ma ora, grazie alle banche dati online, ricercare un atto o un articolo di dottrina è molto facile e veloce. Quelli che prima erano archivi cartacei di difficile consultazione e riservati agli operatori e studiosi del diritto, oggi sono banche dati online aperte a tutti in modo gratuito. Le nuove tecnologie, che oggi giocano un ruolo sempre più centrale nell’informazione giuridica, hanno reso più agevoli le attività dei ricercatori e archivisti di conservazione, catalogazione e reperimento di documenti.
Il valore dell’informatica giuridica
La dottrina giuridica e i testi normativi sono facilmente consultabili perché trasferiti in archivi digitali, che sono appunto le banche dati. Questi strumenti sono importanti perché segnano un cruciale cambiamento nella percezione dei testi di legge, non più appannaggio di pochi addetti con lunghi e faticosi tempi di ricerca, ma documenti accessibili e reperibili in pochi secondi da tutti partendo solo da una parola chiave.
La digitalizzazione è ormai un aspetto imprescindibile nell’attuale mondo iperconnesso, ma, ancora prima delle più recenti tecnologie sviluppate grazie all’intelligenza artificiale, le banche dati hanno aperto la strada ad un nuovo modo di intendere il diritto.
La creazione e la gestione di banche dati sono l’applicazione pratica dell’informatica giuridica documentaria, la disciplina che si occupa della strutturazione e dell’organizzazione dei dati all’interno della piattaforma per renderne più facile l’identificazione, la codifica e il recupero. A differenza di una ricerca documentaria cartacea, l’informatica giuridica permette di fare una ricerca secondo molteplici criteri. Ciò fa sì che si possa condurre una consultazione più veloce e più precisa.
La tecnologia ha cambiato, quindi, il modo di concepire il testo di legge e di dottrina giuridica e di conseguenza l’accesso alla legge, allargando la platea di coloro che possono consultare atti e articoli sulla normativa o sulla giurisprudenza. Un processo che favorisce la democrazia, perché garantisce al cittadino la conoscenza del diritto che regola il suo modo di vivere.
Un altro aspetto che sottolinea l’importanza delle banche dati è che queste sono una fonte di informazioni preziosa, non solo per avvocati, giudici e operatori del diritto, ma anche per chi studia diritto e per chi vuole informare i cittadini in maniera corretta riguardo agli ultimi aggiornamenti della materia, attingendo alla fonte primaria.
Le banche dati possono essere utili anche negli studi sul linguaggio giuridico. Infatti, il confronto tra più fonti, anche cronologicamente lontane tra loro, permette di analizzare i contesti d’uso di determinati termini, come sono stati impiegati e come si sono evoluti nel tempo i concetti giuridici connessi ai relativi termini. Quest’analisi diacronica del linguaggio giuridico aiuta anche ad indagare sui cambiamenti della nostra società attraverso il diritto. In particolare, sono due le banche dati che si concentrano proprio sul lessico e i tecnicismi giuridici, e sono Vocanet
Due tipologie di banche dati: DoGi e Normattiva
Esistono due tipologie principali di banche dati: quelle primarie, chiamate “di normativa” perché contengono il testo della legge, e quelle secondarie, chiamate “di dottrina”, che contengono dati e informazioni.
In questo ambito, nel nostro paese la prima e la più importante è DoGi, fondata dall’istituto ITTIG – Istituto di Teorie e Tecniche dell’Informazione Giuridica (confluito nel 1970 nell’IGSG – Istituto di Informatica Giuridica e Sistemi Giudiziari del CNR) e diventata una delle fonti di informazione online più consultate. DoGi contiene articoli pubblicati su riviste giuridiche, completi, oltre all’articolo integrale, di abstract e di tutti i riferimenti bibliografici, le fonti normative e quelle giurisprudenziali.
L’altra banca dati più consultata per l’informazione giuridica è Normattiva. Questo portale è considerato una banca dati primaria, perché qui sono raccolti tutti i testi normativi pubblicati in Gazzetta Ufficiale dal 1861 in poi. Per qualsiasi riferimento normativo, quindi, Normattiva dà accesso al testo di legge completo e permette una consultazione in modalità multivigenza, ovvero prima o dopo le modifiche apportate al testo di legge in base all’anno ricercato. In questo modo è possibile analizzare tutti i cambiamenti che quella determinata legge ha subito. Oltre a contenere tutta la normativa italiana, è possibile reperire anche leggi regionali e provinciali grazie alla confluenza delle banche dati delle Regioni e delle Province.
Le banche dati, sia di dottrina che normative, vengono aggiornate costantemente e questo garantisce che non vi sia il rischio di mancare una fonte essenziale nel caso di ricerche e studi accademici, ma anche nei confronti di avvocati e magistrati che si avvalgono di queste banche per analizzare i dati e confrontare casi simili. Le ricerche sono più mirate e più complete, e soprattutto più facili e veloci da utilizzare.
La tecnologia ha cambiato l’approccio al diritto
La semplificazione dell’accesso ai documenti normativi fa sì che più persone si informino direttamente dalle fonti primarie. Per questo, l’importanza delle banche dati sta anche nel diritto all’informazione: i cittadini hanno il diritto di informarsi in modo esatto e diretto riguardo alla regolamentazione vigente.
L’utilizzo delle innovazioni tecnologiche informatiche applicato al diritto è finalizzato alla semplificazione di determinati processi essenziali. L’erogazione a tutti i cittadini di un servizio gratuito, completo e digitale contenente informazioni sulla normativa e sulla dottrina è un passo importante per la conoscenza condivisa del sapere giuridico.
L’obiettivo, sia degli enti istituzionali che degli enti di ricerca che hanno realizzato le più importanti banche dati, è proprio quello di diffondere e condividere dati, declinandoli nel linguaggio delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’arrivo dei primi strumenti informatici ha agevolato i processi del mondo del diritto; gli ultimi sviluppi tecnologici, se utilizzati in senso ottimale, possono apportare ulteriori miglioramenti nel settore. Basti pensare che le banche dati sono state uno dei primi passi verso quella disciplina che chiamiamo legal tech, e oggi sono strumenti di cui non possiamo più fare a meno.