La rivoluzione fintech in Italia

Il settore fintech è in costante crescita grazie all’incessante sviluppo delle innovazioni tecnologiche. La dirompente rivoluzione della tecnologia applicata al mondo della finanza si sta radicando in un nuovo modo di concepire ed erogare i servizi finanziari. Non solo le startup stanno investendo sempre di più in questo settore, ma anche gli enti finanziari tradizionali stanno volgendo le loro risorse alle innovazioni tecnologiche per restare competitive e trasformare questa rivoluzione in qualcosa di più strutturale.  

 

Cos’è il fintech 

 

La parola fintech viene dalla crasi tra le parole financial e technology, ovvero tecnologia finanziaria. Questo termine-ombrello racchiude tutte le innovazioni tecnologiche e i suoi strumenti applicati al settore finanziario. Rientrano in questo ambito anche tutte le aziende e startup che creano nuovi prodotti e servizi per agevolare i processi finanziari. Alcuni esempi concreti sono i pagamenti digitali, come PayPal, Satispay, Google e Apple Pay, che ci permettono, attraverso uno smartphone o uno smartwatch, di effettuare pagamenti istantanei. Del settore fanno parte anche le piattaforme di crowdfunding, che agevolano la raccolta di fondi per progetti imprenditoriali o benefici, le varie piattaforme di trading online e anche le nuove banche online, che in modo agevolato e intuitivo offrono servizi finanziari completamente digitali, così come le assicurazioni e il mondo delle criptovalute. 

 

L’obiettivo del fintech è quello di rendere questi servizi più accessibili ed efficienti. Questo settore in forte crescita punta a migliorare i servizi finanziari tradizionali grazie all’utilizzo della tecnologia e renderli più veloci, eliminando tanti processi lenti e burocratici tipici dei servizi tradizionali. Con il procedere dell’evoluzione delle innovazioni tecnologiche, anche questo ambito crescerà e si perfezionerà, come è accaduto negli ultimi anni. 
Nel decennio scorso si parlava ancora di disruption, ovvero di sconvolgimento, in relazione al settore. Questo stravolgimento del mondo della finanza ha portato ad una rottura anche sui mercati finanziari: le innovazioni hanno fatto irruzione e si sono imposte sul mercato disponendo un cambiamento nel settore, costretto ad adeguarsi alla novità tecnologica. Ora, invece, le idee innovative stanno diventando man mano la prassi e quasi ogni banca oggi ha la sua branca fintech per sopravvivere. Le funzionalità digitali e tecnologiche si sono integrate negli strumenti tradizionali, anche se il passaggio non è stato indolore. Inoltre, la realtà è molto più complessa di una banale opposizione tra storiche istituzioni e nuovi operatori finanziari, perché è in atto uno stravolgimento di tutto l’ecosistema e delle sue attività.  

 

L’arrivo del fintech 

 

Sebbene i primi esempi di fintech possono essere retrodatati agli inizi degli anni ’90 con la nascita degli sportelli ATM, la vera e propria rivoluzione ha iniziato a prendere piede dopo la crisi finanziaria del 2008. Secondo gli esperti, le autorità di regolamentazione, per cercare di migliorare la sicurezza e la solidità del sistema finanziario, hanno aumentato gli ostacoli normativi che gravavano sugli istituti finanziari, incentivando dall’altra parte un altro tipo di concorrenza. Parallelamente, infatti, si stavano affinando le innovazioni tecnologiche, e questo connubio ha permesso la nascita di nuovi modi alternativi di erogare servizi finanziari. Inoltre, grazie ai tassi di interesse bassi nel periodo successivo alla crisi finanziaria, queste aziende hanno potuto godere di massimi rendimenti. Insieme al repentino progresso tecnologico, un altro fattore chiave che ha permesso l’irruzione delle fintech è stato il Covid-19. Con la pandemia e le esplosioni delle transazioni da remoto causate dal lockdown e dal boom dell’e-commerce, le fintech hanno avuto un’ulteriore spinta verso l’assestamento sul mercato. 

 

L’effettiva implementazione non è stata, e non è tuttora, facile. Il motivo di questo lento procedere è dovuto ai modelli vigenti troppo datati. Nonostante ciò, le istituzioni finanziarie hanno riconosciuto il potenziale della tecnologia, delle nuove piattaforme e di nuovi strumenti come il cloud e l’intelligenza artificiale. Da parte delle banche e delle istituzioni tradizionali è un passaggio piuttosto obbligato, perché a cambiare non è stato solo il mercato, ma anche le richieste dei clienti. Tutte le piattaforme digitali non finanziarie che si sono sviluppate negli ultimi anni hanno modificato anche le aspettative del cliente: oggi il consumatore è abituato ad un servizio rapido, semplice e on-demand. Perché queste comodità non dovrebbero valere anche per i servizi finanziari? 

L’effettiva implementazione non è stata, e non è tuttora, facile. Il motivo di questo lento procedere è dovuto ai modelli vigenti troppo datati. Nonostante ciò, le istituzioni finanziarie hanno riconosciuto il potenziale della tecnologia, delle nuove piattaforme e di nuovi strumenti come il cloud e l’intelligenza artificiale. Da parte delle banche e delle istituzioni tradizionali è un passaggio piuttosto obbligato, perché a cambiare non è stato solo il mercato, ma anche le richieste dei clienti. Tutte le piattaforme digitali non finanziarie che si sono sviluppate negli ultimi anni hanno modificato anche le aspettative del cliente: oggi il consumatore è abituato ad un servizio rapido, semplice e on-demand. Perché queste comodità non dovrebbero valere anche per i servizi finanziari? 

 

L’esempio più lampante che abbiamo di fintech e di come ha cambiato il nostro vivere quotidiano è quello dei pagamenti. QR code, pagamenti conctactless e wallet su smartphone hanno reso più semplici i nostri pagamenti giornalieri e più facili le transazioni anche tra amici e parenti. L’uso sempre meno frequente della moneta cartacea ci sta portando piano verso una completa digitalizzazione dell’economia e della finanza non solo nei paesi economicamente avanzati, ma anche nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Con le startup fintech sono anche più pratici e accessibili i trasferimenti di denaro tra pari a livello internazionale. Lo stesso discorso vale anche per i prestiti: molte aziende si adoperano per abbattere le banche e gli intermediari tra chi ha il credito e chi vuole accedervi. 
Gli innovatori del settore stanno cercando anche nuove soluzioni per fornire un servizio di alta qualità nella consulenza finanziaria a basso costo, aiutando i clienti a comprendere le proprie esigenze finanziarie, la predisposizione al rischio e i vari obiettivi con strumenti fai da te.  

 

Rientra tra gli ambiti del fintech anche il settore assicurativo, il cosiddetto insurtech. I prodotti assicurativi tradizionali sono reattivi, ovvero forniscono un risarcimento quando si verifica l’evento. L’attenzione ora si sta spostando verso la proattività, ovvero il prevenire e ridurre gli eventi tenendo traccia dei comportamenti rischiosi.  

 

Le sfide del fintech 

 

Nonostante il notevole successo del settore, le difficoltà e gli ostacoli non mancano. Le startup e le aziende che operano per migliorare i servizi finanziari tramite l’utilizzo della tecnologia hanno dovuto e devono tuttora affrontare molte sfide. Uno dei principali ostacoli è stato lo scetticismo da parte delle istituzioni, unito alla mancanza di fiducia da parte dei consumatori nei confronti degli istituti finanziari. Inoltre, quello che ancora frena i consumatori è il data privacy. Le fintech devono affrontare enormi sfide per raggiungere una dimensione di massa, anche se in parte sono riuscite nell’intento di acquisire milioni di utenti e superare i tradizionali istituti finanziari, e questo può far solo sperare in una progressiva evoluzione. 

 

Il contesto italiano 

 

Il panorama italiano è ricco di aziende innovative che offrono una vasta gamma di prodotti e servizi per privati e imprese. È stato grazie al fintech che le PMI, centrali per l’economia italiana, sono riuscite a risollevarsi dalla crisi dopo il lockdown imposto dalla pandemia e ottenere il credito in maniera più agile e veloce. La rivoluzione fintech in Italia ha preso piede proprio grazie all’alternativa flessibile alla lenta e macchinosa burocrazia che vige nel nostro paese e nei nostri istituti di credito tradizionali. Le fintech hanno ciò che le banche non hanno, offrono processi più snelli e accessibili ed erogano servizi più rapidi e semplici. Questo ha costretto le banche ad instaurare partnership ed integrare i servizi di fintech per restare competitive a vantaggio dei clienti.  

 

I numeri però non sono eccellenti. Secondo l’indagine Fintech 2023 della Banca d’Italia, sono solo 430 i progetti di investimento tecnologico nelle banche italiane. Al momento, il fintech rappresenta solo il 5% della spesa complessiva delle tecnologie informatiche. Il trend è però in crescita, e i progetti diventano sempre più solidi che sperimentali. Le tecnologie su cui più si punta sono il cloud, il machine learning contro le frodi e il riciclaggio e i sistemi di raccolta dei dati dei clienti. Un quinto dei progetti è incentrato sulla creazione di app e piattaforme web; il 16,5% punta sull’intelligenza artificiale e il 14,9% sulle Application Programming Interface (API), fondamentali per l’Open Banking, cioè per tutte quelle attività in cui è previsto lo scambio di dati tra i diversi attori dell’ecosistema bancario e fintech per consentire l’erogazione di un servizio. 

 

Tra i principali player sul mercato italiano ci sono varie aziende che hanno guadagnato un cospicuo successo, soprattutto nell’ambito dei pagamenti digitali. Tra queste c’è Nexi, leader nei pagamenti elettronici con soluzioni per POS, carte di credito ed e-commerce, che ha di recente lanciato Nexi Go, una soluzione per pagamenti mobile e ora lavora su progetti di intelligenza artificiale. Un valido competitor di Nexi è Satispay, app che offre pagamenti veloci e immediati da smartphone e consente di trasferire e ricevere denaro, fare acquisti in negozio e fare ricariche. Satispay Business offre alle aziende varie soluzioni per la gestione dei pagamenti digitali. Come modello di conto corrente online troviamo Hype, che tra le altre funzioni prevede cashback sugli acquisti, mentre Hype X propone anche servizi esclusivi come il trading. Moneyfarm, invece, è un robo-advisor che offre consulenza finanziaria personalizzata a basso costo. Con Moneyfarm Invest, l’azienda mette a disposizione un servizio di investimento con portafoglio personalizzato. Questi sono solo alcuni esempi di innovazioni in ambito finanziario nate in Italia, ma le startup che operano in questo settore sono molte ed evidentemente destinate a crescere. 

 

Il fintech e l’inclusione finanziaria 

 

L’inclusione finanziaria è un principio base della fintech, perché propone soluzioni alternative agevoli per persone a basso reddito o in difficoltà che hanno minore accesso al credito e ai servizi finanziari, soprattutto in regioni del mondo dove questo aspetto è particolarmente diffuso, come i paesi in via di sviluppo. Le fintech mirano a colmare il divario tra chi gode di inclusione, sia a livello finanziario che digitale, e chi invece rimane escluso. Colmando il divario si prospetta di costruire un mondo più equo: il primo passo per l’eliminazione della povertà e l’ampliamento delle opportunità di sviluppo economico.  

 

Tutte le potenziali azioni finalizzate all’inclusione finanziaria possono rivelarsi anche delle minacce. La digitalizzazione e le soluzioni fintech comportano responsabilità in termini di sicurezza dei consumatori, protezione dei dati e della privacy e resilienza informatica, tutti fattori che se non gestiti in modo appropriato possono compromettere l’inclusione finanziaria e creare un maggiore danno. Una delle vulnerabilità dei servizi finanziari digitali è l’attacco attraverso il social engineering, ovvero la tecnica criminale che porta gli utenti a rivelare informazioni sensibili. C’è bisogno di molta educazione e informazione su questi temi prima di diffondere i servizi finanziari digitali su larga scala. Per chi l’accessibilità ad Internet e al credito è qualcosa di remoto, potrebbe essere difficile anche l’apertura di un conto bancario e la sua gestione. Sicuramente fornire l’accesso a servizi finanziari come pagamenti, depositi, assicurazioni e crediti aiuterebbe tutte le persone a migliorare le proprie condizioni di vita, promuovendo una crescita economica e una conseguente riduzione della povertà, ma è un passaggio che comporta anche dei rischi. I governi e gli organi di regolamentazione dovrebbero offrire soluzioni efficaci e proattive per far sì che l’impatto delle fintech sia positivo a livello globale e promuova una stabilità finanziaria nel futuro. 

 

Il ritmo rapido con cui progrediscono le innovazioni della tecnologia applicata ai servizi finanziari e l’impegno per una maggiore inclusione finanziaria a livello globale rappresentano l’occasione giusta per rendere economicamente il mondo più equo e stabile. È importante però essere consapevoli di questo cambiamento e gestirlo adeguatamente. 

Riferimenti

The future of finance: the impact of fintech, AI and crypto on financial services – H. Arslanian, F. Fischer 
Banca d’Italia – Indagine Fintech – 2023 (bancaditalia.it) 
Fintech, Artificial intelligence and the law – regulation and crime prevention – A. Lui, N. Ryder, Routledge, 2021 

Dagli studi legali tradizionali al comparto assicurativo, sono molti gli ambiti a beneficiare della trasformazione digitale. Attraverso l’analisi di casi studio, il corso illustra come le nuove tecnologie possono inserirsi all’interno delle organizzazioni per migliorarne l’efficienza e analizza i cambiamenti introdotti dal legal tech, con un focus sullo stato dell’arte dell’innovazione nel nostro paese.

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