L’Italia potrebbe finalmente dare una valida risposta ai colossi dell’intelligenza artificiale come OpenAI. Molte startup stanno sviluppando strumenti innovativi per incontrare i bisogni e le esigenze del mercato italiano. Tra questi, il ChatGPT italiano: Modello Italia.
Modello Italia è un modello linguistico nato da una collaborazione tra due realtà tutte italiane: Cineca, il consorzio interuniversitario italiano che possiede il supercalcolatore Leonardo, e iGenius, una startup italiana specializzata in intelligenza artificiale. Si tratta di uno dei primi modelli in italiano di questo tipo, in grado di generare testi di alta qualità, tradurre in diverse lingue, redigere diversi tipi di contenuti creativi e rispondere alle domande in modo informativo.
Al momento è ancora in fase di sviluppo, ma potrebbe essere la promessa del futuro dell’IA nel nostro paese. Questo nuovo strumento ha già diverse funzionalità, che vanno dai testi informativi alle traduzioni, ma sarà presto in grado anche di scrivere testi creativi come poesie e musica. Modello Italia, a differenza di tutti gli altri strumenti che stanno emergendo nel panorama internazionale, è addestrato su un database in italiano, cosa che gli permette di comprendere e generare testi in italiano in modo più accurato e naturale. Tutti gli altri modelli oggi sono addestrati su testi principalmente in inglese. Oltre ad una maggiore accuratezza, il testo prodotto sarà più verosimile ad uno in lingua naturale perché privo del bias culturale che viene “tradotto”, ovvero trasportato, insieme al testo. La lingua, come sappiamo, non è priva di connotazioni che a volte possono rivelarsi pericolose.
Secondo i suoi programmatori, Modello Italia sarà più affidabile e conforme alla direttiva AI Act in termini di copyright. Inoltre, si propone anche come strumento utilizzabile dalla pubblica amministrazione, fattore che implica un’estrema attenzione alla privacy e alla sicurezza. L’affidabilità di questo modello deriva dalla sua natura: Modello Italia contiene infatti un Knowledge Graph, cioè un insieme di applicazioni che svolgono un fact-checking su ogni risposta fornita.
L’Italia ha intenzione, dunque, di distinguersi con il suo Made in Italy anche nel mondo tech e sfidare le grandi Big Tech sul piano dell’intelligenza artificiale. Il modello open-source, che dovrebbe arrivare entro quest’anno, potrebbe essere un ottimo punto di partenza per realizzare soluzioni che rispondano alle esigenze italiane.
Modello Italia non è l’unica realtà nostrana che si vuole imporre sul mercato tech mondiale: esistono anche altre piattaforme, più specifiche dell’ambito legal.
Gli strumenti legal tech Made in Italy
Su tutte spicca LegalZoom Italia, nata sul modello della piattaforma americana LegalZoom (sul mercato già da quasi due anni), che offre servizi legali a prezzi accessibili. Come il suo omologo oltreoceano, si propone di semplificare l’accesso alla giustizia per privati e imprese grazie all’intelligenza artificiale. I servizi legali offerti dalla società spaziano dalla stesura di contratti di vario genere alla tutela della proprietà intellettuale e alla redazione di documenti legali. La differenza con la piattaforma statunitense è proprio il focus sul mercato legal italiano. LegalZoom Italia, infatti, nasce per essere uno strumento utile agli studi legali italiani e si basa, quindi, su leggi italiane, evitando confusioni e incongruenze giuridiche. La piattaforma unisce un network di avvocati italiani esperti in varie aree del diritto e specializzati in differenti practice per fornire un’assistenza più mirata possibile, come in uno studio legale full-service. Il tutto a prezzi accessibili ad un pubblico più ampio.
Un altro prodotto legal tech italiano è LexMeet, una piattaforma di videoconferenze che usa l’IA per migliorare la qualità delle call ed è specializzata nel settore legale in quanto fornisce varie tipologie di servizi legali al pubblico. Tra le varie funzioni di LexMeet c’è la possibilità di tradurre in tempo reale le conversazioni – come un interprete simultaneo – e trascriverle automaticamente per tenere traccia dei colloqui tra avvocato e cliente. In più, la piattaforma consente di prenotare videoconferenze con avvocati specializzati e provenienti dall’area geografica più vicina al cliente. Questo strumento, nato nel 2020, è molto affidabile dal punto di vista della privacy e della sicurezza dei clienti anche grazie ad un sistema di identificazione facciale.
Altre startup italiane stanno sviluppando soluzioni innovative basate sull’intelligenza artificiale che possano apportare benefici nel mercato italiano. Nel mondo legal esistono anche altre piattaforme digitali, come Lisia, che si basa sulla tecnologia NLP e la sfrutta per rispondere a quesiti legali per avvocati, studi, aziende e PA.
L’opportunità per il mercato italiano
Anche nel mondo legal tech il Made in Italy sta proponendo validi prodotti che possono renderci indipendenti da piattaforme e strumenti esterni, provenienti da aziende che, al momento, dominano il mercato dell’intelligenza artificiale, come OpenAI e Google.
In questo ambito si inserisce anche IA per il Made in Italy, un’iniziativa di Google per aiutare le piccole e medie imprese (PMI) a gestire l’intelligenza artificiale e a sfruttare a pieno le sue possibilità offrendo corsi di formazione. Questa necessità nasce proprio per garantire una corretta integrazione delle nuove tecnologie nell’impresa italiana.
La spinta allo sviluppo, da parte delle startup, di prodotti italiani basati su dati e testi italiani (e leggi, nel caso del mondo legal) è un’ottima notizia per il futuro delle tecnologie digitali e del mercato italiano. Oltre a garantire un’indipendenza di mercato, infatti, questi prodotti si adattano meglio al nostro pubblico.